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Maratona dles Dolomites
domenica 4 luglio 2010
Carissimi amici di pedale,
anche quest'anno si è celebrato il grande rito della Maratona. Con parole non mie, posso dire che la Maratona delle Dolomiti stia al ciclista come la Maratona di New York sta al podista.
Sono stati 3 giorni splendidi, tutti siamo saliti il venerdì e ci siamo goduti un bel week-end, baciato da un clima straordinario.
Come in ogni occasione simile gli aneddoti non si contano, ma alcuni gustosi tengo a ricordarli.
Quell'uomo un tempo chiamato Ciro Varani
Un tempo, perché questo nome non verrà più usato, e soprattutto, nessuno lo chiamerà più. Sfortunatamente non è in albergo con noi, ma ci gratifica della sua presenza cenando da noi tutte le sere, partecipando a tutte le iniziative e mostrando un'ingannevole fratellanza di idee e sentimenti che ci hanno tratto in inganno. Il venerdì si fa analizzare al centro Mapei dove gli dicono che è troppo grasso, cosa che lo getta nello sconforto. Massa grassa da rivedere. Il sabato si premura di prendere draconiani accordi sul ritrovo della mattina dopo per l'entrata in griglia. Ignari, non capiamo il motivo per il quale semplicemente non si presenti al nostro albergo che distava 200 metri dall'incrocio da lui indicato per l'appuntamento. Nella notte il nostro Dr Jackill (da cui J-Lo, anche con malcelato riferimento al sedere in cui sicuramente risiede la massa grassa stanata dai medici Mapei) si trasforma in Mr Hide. All'appuntamento si presenta in anticipo (ansia da partenza) e sebbene Nerio, Zelio e il sottoscritto arrivino anche prima dell'orario in quanto, intenzionati a corrompere gli operatori dell'organizzazione, il nostro sparisce. La sua versione ufficiale è che mentre ci aspettava (forse dalla notte precedente), sia passato Guido Bassanetti che gli avrebbe detto di andare in griglia con lui (tra l'altro credo Guido fosse in un'altra griglia) in quanto dal nostro albergo non arrivavano segni di vita, imposte chiuse, tutti a letto (in effetti c'erano solo 32 ciclisti che gonfiavano le gomme e si preparavano nel cortile). Notoriamente Guido non ha un bellissimo carattere, ma non credo avrebbe picchiato l'innominato se gli avesse detto che ci aspettava.
Beffa delle beffe, dopo un'ora di attesa, staniamo J-Lo acquattato tra dei concorrenti circa 30 metri avanti a noi in griglia. Lo chiamiamo, devo dire che qualche insulto non è mancato, e lui con un sorrisetto alla Mattley, inforca la bici e, testa china, parte a tutta. Ora, va bene prenderci per i fondelli, ma poteva fare almeno il gesto di accostare dieci secondi e aspettarci. Non credo proprio abbia mai rialzato la testa dal manubrio, visto il tempo che ha fatto e anche in considerazione del fatto che aveva riempito le borracce la sera prima allo stand Enervit e le aveva messe in frigo. La gara fosse stata in Australia, per lui sarebbe stato lo stesso.
Rimane inteso che, data la nostra rinomata cortesia, lo aiuteremo a trovare nuovi amici con cui uscire in bici e frequentare le gare. Se dovessimo trovarlo al Ponte, ovviamente non gli rivolgeremo la parola, ma neanche lo aiuteremo a "cadere" in un fosso pieno di "rase" (rovi per i non cremonesi). Nelle file a coppie, c'è sempre un posto in fondo, o a fianco di qualche sconosciuto.
I tre avvocati
Io credo che solo persone animate da infantile ingenuità e un immenso ego, potessero anche solo sperare di poter convincere i simpatici organizzatori a far entrare Zelio, che aveva la griglia gialla, nella griglia azzurra dove eravamo praticamente tutti. L'esimio avvocato Tinelli, re del foro di Castelvetro, accompagnato dall'avvocato Ferrari, principe dei tribunali e l'unico vero avvocato, Zelio appunto, partiti con largo anticipo, hanno prima tentato la via diplomatica, con modesto successo, e poi il colpo di mano, fallito miseramente. Praticamente abbiamo messo 10 minuti a convincere un nerboruto valligiano che eravamo tutti amici e non volevamo abbandonare il povero Zelio, poi guadagnata la strada, siamo stati rincorsi da una guardia forestale in anfibi da combattimento che cercava di afferrare Zelio per la collottola. A 10 metri, 5 uomini della Gestapo vestiti di rosso per l'occasione, avevano già la mano sui moschettoni dei guinzagli dei loro pitt-bull ed un sinistro ghigno di sfida. Risultato: Zelio in griglia gialla giusto dietro il camion dei gelati.
A titolo di cronaca ricordo che l'innominato l'anno scorso, avvicinandosi alla sua griglia accompagnato dagli (ex) amici, aveva scorto un pertugio tra due transenne in cui con destrezza da vecchia serpe, si era prontamente infilato. Ora, tutti questi piccoli indizi sul suo carattere mi lascerebbero anche abbastanza indifferente se non fosse che lavora in una banca in cui ho 4 conti correnti...
Mario Frittoli
battuta forse conosciuta dagli assidui del ponte, ma nuova per me e per tanti che mi leggono. Passo Pordoi, fiume umano che sale. Avanti 30 metri Mario identifica la Michela Molo che sale serena. Parte la voce tonante: "Dì, Michela, come faccia te ghet gnanca en bröt cul". A parte gli stranieri, groviglio di biciclette.
Il leggendario Ghido
Ghidetti si presenta con l'intera famiglia a supporto. Mai fatta una Maratona. Vuole lo scalpo del lungo. Ha addosso un'agitazione assoluta. Chiede a tutti resoconti degli anni passati e da ogni racconto estrapola solo le parti più trucide di fatica. In questo stato di trance, parte da solo dal fondo della griglia e completa il suo capolavoro con uno sforzo che, a posteriori, definisce accettabile. In discesa uccide un "volatile" (come lo chiama lui) e si imbratta di sangue. Russel Crowe, dopo la conquista della Britannia, era messo meglio. Pende sulla sua testa un mandato di cattura del WWF. Il racconto che ci fa la sera a cena quando brindiamo alla sua salute, poteva andare dritto a Zelig. Indimenticabili i passaggi di quando si parlava da solo e rispondeva sul Giau: "ma qui la strada spiana un po'. Ascolta Ghido, Franz non aveva detto che era quasi tutta al 10%?". " Ma, probabilmente qui sarà un 8%, ma non lo senti, si vede che sei in forma". "Vai che andiamo bene, dai che ce la fai".
La camera 103
4 uomini come ai tempi del servizio militare. Io e il Page nei lettini (piedi fuori per entrambe). Daniele e Andrea nel letto a castello. Daniele ci mette a nostro agio dichiarando che di notte russa come una motosega. In realtà si addormenta in 2 secondi netti e non fa un fiato. Di notte, alle 2,30 arrivano sui telefoni di tutti, simpatici SMS di quel demente del presidente del CCC, Zanna, che rientrando da qualche bevuta, vuole assicurare ai suoi prodi il dovuto supporto.
Come di consueto il risultato atletico passa in secondo piano, comunque i miei complimenti vanno a tutti, soprattutto perché ho visto che eravamo soddisfatti dei nostri risultati, a prescindere da tempi e classifiche. Questo in quanto, sotto sotto, la sopravvivenza è sempre l'obiettivo minimo che più o meno inconsciamente ci poniamo, quindi tutto quanto viene in più è un trionfo. A piccoli gruppi ci siamo aiutati e sostenuti nei non pochi momenti difficili: grazie a tutti e ben fatto. Questo è lo spirito giusto
Se proprio dovessi menzionare, per dovere di cronaca, un rammarico, se così si può chiamare, citerei questo: l'anno scorso con Zelio abbiamo preso 20 minuti dall'innominato. Quest'anno ho impiegato, con il Page e il Bebo, 17 minuti e rotti meno dell'anno scorso. A rigor di logica me la sarei dovuta vedere. Invece ho rimediato una bella mezz'oretta. Ora va bene tutto, ma in tutta la mia carriera ciclistica non ricordo di aver MAI visto la ruota (per non menzionare l'altra cosa) dell'innominato davanti alla mia in salita. Qui delle due l'una: o si tiene nascosto tutta la stagione (ricordo ai deboli di memoria che quest'anno aveva dichiarato che dopo le ore 13,00 non andava più quindi usciva solo la mattina), oppure alla Maratona si trasforma (appunto in Mr Hide, che, se la memoria non mi fa fallo, ingeriva un beverone per trasformarsi)
Ciao a tutti, alla prossima
Vostro
F
2010: una partecipazione da incorniciare